Piante e frutti

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Quello dei resti di piante e frutti sembra un aspetto apparentemente secondario nel caso di scoperte come quella di Roccapelago, dove le mummie divengono il principale fuoco su cui sembra ruotare l’interesse.

Invece è fondamentale sia durante il lavoro sul campo, acquisire il più possibile elementi che possano fornire informazioni sul territorio, sulle abotudini alimentari o sulle usanze legate al rito funerario nel passato. E non è secondario fare campionamenti su i resti umani mummificati, in modo che anche successivamente alla fase di scavo si possano ottenere dati di tipo archeobotanico.

Dai campioni acquisiti sono emersi dati sul bosco, presente almeno 300 anni fa, intorno a Roccapelago: castagno, querce, nocciolo e querceto misto. Erano sicuramente presenti pascoli e campi di cereali: grano, orzo, segale e mais.

La presenza di fiori spontanei che ancora oggi si trovano, ma sporadicamente, un tempo doveva essere abbondante nei pascoli e nei campi a fieno o a grano (rosa canina, margherite, fiordalisi, campanule, papaveri, ranuncoli), probabilmente deposti sulle salme durante le cerimonie funerarie e poi trasportati nella cripta insieme al defunto.

Rinvenuti anche resti di frutti (nocciole, castagne, faggiole, ghiande e prunoidee) con segni di rottura dovuti ai denti di roditori, che hanno portato dal bosco nella cripta per poterli consumare in tranquillità e lontano dai predatori.

Vania Milani

Bibliografia di riferimento
Informazioni Botaniche dalla Cripta delle Mummie di Roccapelago”  in c.s. in Atti del Convegno 2014, [Giovanna Bosi, Rossella Rinaldi, Paola Torri, Marta Bandini Mazzanti] Laboratorio di Palinologia e Paleobotanica – Università di Modena e Reggio Emilia