Causa morte

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Non è sempre possibile sapere la causa di morte soprattutto se si tratta di resti umani del passato.

Gli studi sulle patologie aiutano l’antropologo ha determinare la morte di un individuo, ma solo in alcuni casi come i traumi, infezioni importanti a volte di tipo epidemico, oppure per tumori ossei di tipo maligno è possibile dichiarare la causa di morte.

Lo scavo a Roccapelago ha permesso, però, di fare una prima documentazione sullo stato di salute delle mummie e dei resti umani scheletrizzati, dando un quadro ampio e dettagliato anche ai fini di ulteriori studi.

La comunità di Roccapelago presentava individui di tutte l’età, dai neonati ai senili.

Sul campione infantile è difficile rilevare tracce che ci indicano una causa di morte precisa, è possibile invece dare una descrizione di quello che doveva essere la difficoltà di sopravvivenza dei più piccoli, determinata senz’altro da una nutrizione insufficiente e da un’ ambiente a volte difficile da contrastare per un bambino. Elevata la presenza di mortalità entro l’anno di vita, la percentuale di decessi sembra diminuire negli anni di vita successivi.

Per quanto riguarda gli adulti, possiamo solo in alcuni casi individuare elementi che confermano una morte avvenuta per una condizione esatta e visibile dai resti umani recuperati. Un esempio sono i casi in cui sono presenti lesioni craniche da fratture inferte, che hanno provocato il decesso. Un altro caso in cui abbiamo avuto la sicurezza della causa di morte e che è visibile nel museo delle mummie, tratta di una donna che ha subito un’operazione alquanto difficile: una trapanazione cranica probabilmente con finalità mediche.

Si moriva per infezioni se particolarmente gravi, ad esempio nel distretto inferiore, sono stati trovati resti ossei che a causa della malattia hanno subito trasformazioni, cambiando notevolmente l’aspetto dell’osso ed infierendo con forti dolori su quella persona, quando era ancora in vita.

Diversamente non abbiamo potuto individuare sempre le cause di morte che in relazione anche all’età potrebbero essere connesse anche al naturale trascorrere del tempo. Oppure per tutti quei casi il decorso della malattia oltre che mortale è stato molto breve, pensiamo ad una polmonite, ma per molti di loro anche una forte influenza associata ad un fisico già debilitato poteva essere fatale.

Gli abitanti di Roccapelago vivevano duramente il loro territorio, che non facilitava nessuna attività lavorativa. Erano dunque persone, sia uomini che donne, che s’impegnavano in sforzi fisici giornalieri e che probabilmente si gravavano di carichi pesanti sia durante le attività lavorative sia durante gli spostamenti a piedi. Per cui anche se non sono state riconosciute le cause di morte di molti di loro, alcune patologie come quelle a carico della colonna vertebrale, del bacino e delle spalle hanno decisamente inciso sul loro stato di salute generale.

L’alta percentuale di artrosi a carico delle articolazione che coinvolgono femore, coxale e vertebre, ha interessato soggetti di entrambi i sessi anche in età non avanzata, suggerendo uno scompenso articolare per sovraccarico funzionale a partire da quando erano molto piccoli.

Tra le malattie metaboliche e disordini endocrini abbiamo rilevato la presenza di osteoporosi, malattia scheletrica caratterizzata da bassa massa ossea e da alterazioni architetturali dell’osso.

Anche i giovani adulti, di sesso maschile, erano soggetti all’osteoporosi, in molti casi associata a degenerazioni gravi delle articolazioni, in particolar modo dell’anca.

Altri aspetti fisici mostrano situazioni patologiche a livello dentario, che hanno portato alla perdita dei denti anche in giovane età.

Quando parliamo di cause di morte, molte volte lo studio di laboratorio non basta, mentre diventa importante altro tipi di documentazione.

L’archivio parrocchiale sta dando informazioni aggiuntive, anche per quel che riguarda le cause di morte. Cause e modalità di morte sono presenti sporadicamente già dal 1600, con un’intensificazione dal 1700.

Alcuni tra i parroci solevano annotare il male che aveva condotto alla perdita della persona ad esempio quando si parla di: “un dolore sofferto al petto a cui è seguita simultaneo il decesso (Libro dei Morti, libro 2°, cit., p. 16); descrizione che rimanda immediatamente ad una causa primaria di arresto cardiaco. Lo studio di archivio a supporto dei dati antropologici acquisiti in laboratorio, è in corso ed è seguito dal Dott. Mirko Traversari.

Bibliografia di riferimento

Quadri paleopatologici nelle fonti documentarie: il caso di Roccapelago e i suoi registri dei morti”. Mirko traversari –Vania Milani. In Pagani e Cristiani. Forme di attestazioni di religiosità del mondo antico in Emilia, X, Firenze.
Gli scavi della Chiesa di San Paolo di Roccapelago nell’Appennino modenese. La cripta con i corpi mummificati naturalmente”. [Giorgio Gruppioni, Donato Labate, Luca Mercuri, Vania Milani, Mirko Traversari, Barbara Vernia], in Pagani e Cristiani. Forme di attestazioni di religiosità del mondo antico in Emilia, X, Firenze 2011, pp. 219-248.
Gli ultimi inumati mummificati della cripta: osservazioni antropologiche preliminari” Atti del Convegno 2012 in c.s.. [Caterina Minghetti , Vania Milani , Mirko Traversari , Mélanie A. Frelat ], Laboratorio di Antropologia, Dipartimento di Beni Culturali – Università di Bologna, sede di Ravenna.