Tempo: h 2.30
Difficoltá: medio-bassa Dislivello m. 380 Distanza km. 5,29
Dalla Piazza di Roccapelago si continua sulla strada comunale per Sant’Anna fino all’oratorio di San Donnino, dove si volta a destra su strada sterrata corrispondente al sentiero CAI 567. Si continua a seguire la strada in pendenza leggera ma costante tra boschi di latifoglie miste a poche conifere fino a raggiungere l’abitato di Roncovecchio. Da qui si prosegue verso il Monte Rocca da dove si continua su un crinale secondario fino all’incrocio con l’antica Via Vandelli, che si imboccherà verso sinistra e sulla quale si proseguirà verso il casale dell’Osteria, un po’ dopo il quale si girerà a destra sul sentiero CAI 565.
La salita non è particolarmente impegnativa ma il colore e la forma delle rocce ci spronano ad arrivare in fretta.
Da qui in poco più di mezz’ora si raggiunge la vetta, dalla quale si ha una visione meravigliosa di tutto l’Appennino modenese, di quello reggiano, della Pianura Padana e, se ha un po’ di fortuna e il cielo è terso e sereno, perfino delle Alpi, anche se l’immagine più chiara e più bella è quella della meravigliosa ed incomparabile Pietra di Bismantova. Sasso Tignoso ha una aspetto caratteristico che ne giustifica il nome e nonostante la sua modesta altezza, in ragione della sua felice posizione geografica, domina sulle più alte ma tondeggianti vette circostanti: l’aspetto e il colore delle rocce che formano questo monte è dovuto al fatto che si tratta di roccia effusiva (di origine vulcanica) consolidatasi in superficie sotto forma di lava. L’aspetto esteriore è molto caratteristico ed appariscente con un colore predominante che è il grigio-verde con possibilità di variazione al rosso-vinoso a causa di fenomeni di ossidazione. Gli agenti atmosferici hanno inciso la massa rocciosa dando origine a pinnacoli e torri e la sua particolare natura geologica fa si che la flora presente sia del tutto particolare non rinvenibile in altri terreni: genziane, ranuncoli, primule montane, orchidee rosse e gialle e doronici cordati. Si tratta quindi di un monte di origine vulcanica,uno dei pochi se non l’unico di tutto l’Appennino, dalla forma particolare e vista, la brevità del percorso, va sicuramente visitato.